La mia nostalgia

by on

Adornata da un aura di nostalgia per le cose ormai perdute, questa lettera a te fa da tramite desueto, abito dismesso, alle mie parole umide.

Continuo a chiedermi cosa sia la nostalgia.

Come tutti i sentimenti, ha un legame stretto coi ricordi, ma è la mancanza la sua componente principale. L’oggetto della nostalgia non c’è. È ciò che è stato e non potrà più essere, ma anche ciò che ora c’è e poi non ci sarà. È la perdita, l’assenza, l’attesa.

Riguarda ciò che si perde o si è perso o si perderà.

È uno stato d’animo che attraversa i tempi, appartiene al presente ma si riferisce a qualcosa del passato,generalmente; più di rado a qualcosa del futuro.
A volte trascende epoche, vedi i nostalgici degli anni ’50 che si affannano nella ricerca scellerata di abiti vintage ed elettrodomestici anteguerra intenti a trasformare la propria casa in una di quelle villette in bianco e nero di Pleasantville.

La nostalgia la immagino come una bambina che guarda il suo palloncino legato al braccio timorosa che voli via. Un palloncino speciale, il suo, così leggero da non sentirne la presenza finchè rimane legato ma improvvisamente pesante quando vola via strappando il filo.

Ho nostalgia per quello che ho perso e che perderò di me a causa di qualcosa cosa che mi avrà cambiato.
Una storia d’ amore, la malattia, la sofferenza, l’invidia, i falsi apprezzamenti, i mancati apprezzamenti. Le mie paure e le paure degli altri. La falsità di alcune amicizie. Le falsità. Le ingistizie, gli insuccessi, i successi.
Infiniti qualcosa che generano un caos identitario che mi spinge ad andarmi a cercare a ritroso nel tempo per capire chi sono nell’essenza e cosa mi ha fatto diventare chi sono all’apparenza.
La perdita dell’ingenuità, della spontaneità, rieducate violentemente nel tempo da accadimenti ed errati atteggiamenti, ai quali oggi non avrei mai permesso di cambiarmi, nasconde la nostalgia già presente ma futura per quello che perderò a causa di ciò che già mi sta cambiando silente, senza farmene accorgere.

Ho nostalgia dei nostri giochi, di quando, quella domenica in bici, abbiamo trovato un pettirosso per strada e lo abbiamo portato a casa, delle sere passate a ridere  prima di addormentarci  perchè ti divertivi a tirarmi le dita dei piedi sotto le coperte.

Ricordo ancora il  giorno in cui mi hai tolto le rotelle alla bici tifando per me sicuro che dopo la terza volta non sarei più caduta. Dieci anni più tardi, mentre ero al volante con le gambe rigide e pulsanti tu, seduto al sedile di destra, mi insegnavi a cosa serve la frizione. Quando siamo scesi dalla vecchia ford fiesta mi hai detto domani riproviamo ancora! Avevi la camicia zuppa di sudore.

Mi piacerebbe fare una passeggiata in montagna con te adesso, come da bambina.
Mi aggrappavo ad uno dei passanti dei tuo pantaloni, lo tenevo stretto col timore di perderti e di perdermi.

Il tempo lentamente ha fatto si che allentassi la presa. Ti ho lasciato per sperimentare nuovi sentieri mentre tu sei rimasto li a guardarmi da lontano e a tifare per me.

Il destino è stato crudele con noi due, ci ha dato una prova troppo grande da sostenere e poco tempo a disposizione! Rivoglio quel passante Papà, ho bisogno di sapere che ci sarà sempre quel piccolo pezzo di stoffa a cui potermi aggrappare! Non lasciare che il mio palloncino strappi il filo e voli via! Non lasciare che sia tu la mia nostalgia…Papà!

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