Status single

by on

Non ho ancora ben capito se sia da perseguire o da fuggire.
La singletudine che è spesso confusa con la solitudine è un concetto che socialmente mi è ancora poco chiaro.
Le reazioni altrui nei confronti di questo modus vivendi mi creano non poca confusione e qualche pensiero maligno.
Abbraccio questa filosofia da tutta una vita, a parte qualche rara e sporadica occasione che classifico come rincoglionimento occasionale (appunto).

Credo che, questo aggettivo, che poco si addice alla descrizione di chi non è accoppiato, venga usato in maniera spregiudicata e per niente appropriata, spesso e volentieri eccedendo nell’uso.

Lo so. Viene complicato pensare a questo termine come la celebrazione della propria identitá.

Si nasce e si muore da soli, così si dice…
Anche la vita andrebbe vissuta da soli, insieme agli altri ma con i propri occhi e il proprio stomaco.

Il mio status single è una cosa che proteggo e non rifuggo. Non è uno status mercenario, la conquista avviene sposando un idea di vita e non acquistando un iphone.
Anche se genera invidia pari se non superiore. Chi si lascia travolgere da questo sentimento è solitamente chi ha smesso di credere nella propria idea di vita, che non è da meno, ma implica condivisione e dedizione che, il più delle volte, vengono confuse con snaturalizzazione e annullamento di sé stessi.
A questo punto la condivisione non è più un atto così tanto eroico. Spesso ciò che si condivide sono  pacchetti completi di rabbia e frustrazione adornati da una deliziosa confezione regalo. Mazzi di fiori fetidi di invidia per ciò che l’uno si nega per l’altro divenendo, il negato, extralusso da criticare per chi invece non lo nega.
Un meccanismo difensivo questo che rimanda alla banalissima storiella della volpe e l’uva:
“se non arrivo a prendere qualcosa che voglio allora questa non è buona”.
Diminuisce il rammarico, certo, ma la soluzione, chiaramente, non è questa. La cosa ambita rimane lì e irraggiungibile.
È un meccanismo questo che spesso i single si trovano a dover sopportare. Ma non solo i single, anche chi nella coppia sposa ancora, in un certo qual modo, la sana reminescenza dell’essere un individuo singolo.

Concedersi un “lusso” è diverso dal negarlo ad un altro.

Come diverso è non concederselo xkè qualcun’altro non può o non vuole concederselo, o peggio, non ha la concezione che questo possa essere un bene non solo per sé stesso ma anche per l’altro e gli altri.
Pensandoci bene l’amore nel regno animale ha una componente di attaccamento minima, forse istintiva, ma sicuramente più sana di quella umana. Come più sano è l’individualismo.

Il nostro essere “esseri sociali” ci ha portato a diventare specie dominante ma, anche a sviluppare costrutti sociali che poco a poco annientano il nostro essere individui, anche e prima di tutto.

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3 Comments
  1. Mr.Loto 9 anni ago

    Interessante il tuo punto di vista sull’amore e sulle relazioni, in effetti se osserviamo le coppie, sposate o meno, possiamo imbatterci in un campionario di situazioni spiacevoli veramente variegato.
    Malgrado ciò penso che come in tutte le altre situazioni la buona riuscita di una cosa dipende molto dalle persone e dalla loro intelligenza.

    Un saluto

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  2. Valentina 9 anni ago

    Credo che il tuo punto di vista sia interessante, ma credo anche che la buona riuscita di un rapporto di coppia dipenda solo dalle persone coinvolte e dalla loro intelligenza nel vivere il rapporto….e dalla cura che ci mettono…
    Valentina

    Reply
    • 1grdi 9 anni ago

      Sono pienamente d’accordo! È quello che cerco di far trasparire dalle righe ancorandomi ad una situazione poco sana ma neanche tra le più malate, solamente la più comune. Le persone coinvolte, per l’appunto, che dovrebbero guardare con sguardo limpido il proprio rapporto.

      Reply

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