Up with the birds

by on

Con l’ansia a mille anche stavolta ho conquistato la mia seconda occasione. Ho guardato in faccia Eveline e le ho detto io non sono come te!
Ci sono volute all’incirca due ore buone , ci siamo guardate, annusate, riguardate, poi l’ho ignorata per un po’.  Lei continuava a guardarmi. Io in preda al panico cercavo di trovare qualcosa, qualcuno che mi spingesse a farlo, o in alternativa a non farlo. Così l’ho riguardata, con aria di sfida. Dritta negli occhi.

IO NON SONO COME TE!

E ho fatto i biglietti.

Mettersi alla prova, testare i limiti e provare a superarli.
Questo il mantra.
L’aereo. Ecco qual’è il mio limite.
Col cuore in gola, lo stomaco aggrovigliato e un cartello invisibile attaccato sulla schiena : “Datemi 100 euro e vi cedo il biglietto” sfido la mia paura sul regionale per Fiumicino diretta ad Amsterdam.

Raggiungo il terminal 2, il mio volo parte da lì. Una volta chiamati tutti quelli che potevano rispondermi decido che forse è il caso di fare l’accettazione (forse la chiamano così per il fatto che accetti il tuo destino proprio lì) anche perché se nessuno è venuto a chiedermi di vendergli i biglietti finora, non penso che lo facciano adesso che manca un’ora al decollo.
Rassegnata mi dirigo a fare la fila. Nel frattempo mi sventolo, mi agito (letteralmente) facendo finta di ballicchiare, osservo una bambina cinese che subito fa amicizia con un’altra bambina spagnola e penso…penso alla frase del senatore che al convegno di stamattina ha detto che l’infante non ha voce e non comunica, ripenso che ha voluto togliersi il pensiero di dire la cazzata della giornata e penso che se solo parlassimo la lingua dei bambini e cioè quella dei sorrisi non ci sarebbe nessun bisogno di decidere quale dev’essere la lingua da destinare a diventare mondiale perché esisterebbe già. E poi bene, per due minuti ho pensato a qualcos’altro dal volo quindi già va meglio.
Dopo mezz’ora e più, quando davanti a me erano rimaste solo un paio di persone, la cinesina e la spagnoletta erano diventate grandi amiche , anche la sorellina orientale e il fratellino mediterraneo più piccoli avevano fatto amicizia così tutti e quattro giocavano a dare le forme più strane a dei palloncini ripieni di farina.
Ecco tocca a me, mi dicono che posso andare al B19 direttamente.
Faccio il check-in.
Risultato: n.1 indumenti persi.
Direi che si può sempre migliorare, ma solo uno è già un gran risultato!
Arrivo al B19, di nuovo fila, dietro di me c’erano tre ragazzi dell’Alaska, uno di loro cantava ed era stonato come un violino costruito con corde di pelle di merluzzo essiccato. Credo che gli altri due si stessero prendendo gioco di lui. Io lo avrei fatto!
Chissà grazie a quale opera divina riusciamo a salire sull’aereo. Prendo posto e riesco ad avere anche il tempo di farmi una lampada al profilo destro prima del decollo, sono seduta accanto al finestrino così posso tenere la situazione sotto controllo. Si…il controllo…
Terminati tutti i preliminari, ecco che comincia a muoversi. Si parte, cominciamo a fare tipo un percorso a slalom, penso che ci siamo fatti tutte le curve che c’erano nell’aeroporto.
Go di Jovanotti ad un volume tale da rischiare il perforamento dei timpani mi sembra il pezzo adatto per prepararmi alla battaglia contro il mio nemico.
Col sangue che viaggia a senso unico creando un ingorgo in prossimità dei piedi, le gambe di piombo come quando scesi dalla macchina dopo aver guidato per la prima volta e le mani sudaticce, tengo duro mentre di fronte a me avviene la chiara esposizione di quello che mi accadrà di lì a pochi minuti.
La velocità aumenta e la frequenza del mio battito cardiaco sembra essere in qualche modo legata ad essa. Certo però il pilota poteva parlare pure in italiano, sta partendo da Roma! Questa cosa non mi fa sentire al sicuro. Quanto vorrei un longisland!
Lascio il duro e mi aggrappo al finestrino tipo geco ai muri delle case ai primi caldi.
Oddio oddio oddio oddiiiiiiooooooooooooo! Che figataaaa! Gesù mo che fa? si butta in mare? Ma perché dondola? Ecco lo sapevo, ma perché! Uh che carina la costa vista dall’alto!

Ok posso abbassare il volume e mettere qualcosa di meno strong agli auricolari.
Up with the birds dei colplay andrà benissimo. Bye bye.

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1 Comment
  1. Edythe Cleveland 3 anni ago

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