Il limbo del gratta e vinci

by on

No, non ho vinto al gratta e vinci.
In verità non ci gioco mai, il mio è un credo più rivolto alla sfiga che alla buona sorte.

Diciamo che la giornata non è neanche cominciata nel migliore dei modi.  Mi rodeva talmente tanto il culo che la classica e abitudinaria chiamata dal callcenter, alla quale solitamente non rispondo, sperando in una resa ad effetto speciale, stamattina ha magicamente assunto una valenza diversa.
Un lampo di genio di quelli che mi vengono una sola volta nella vita.

Dai che oggi si sfoga!!!

“Pronto.”
“Ciaooo! Sono Elisabetta e chiamo da parte di tim”
(io non l’ho vista, ma sono certa avesse il sorriso a 96 denti stampato sulla faccia e questo non è stato un vantaggio per lei)
E’ riuscita a dire soltanto questo.
Poi è finita che la chiamata si è chiusa con un secco e brusco “adesso basta!!!” e Elisabetta si è beccata insieme alle mie palle che giravano, il telefono chiuso in faccia.
Intanto è arrivato il treno, salgo, il tizio di fronte mi sorride.
Che c’avrà mai questo da ridere?  Ma non lo vedi che non è aria?

Arrivo a lavoro. Accendo il pc. Devo sistemare una questione urgente per la quale ero stata chiamata subito dopo che io ed Elisabetta ci eravamo lasciate male..diciamo.
L’imminente emergenza da risolvere nel concreto era mettere in fila, uno sotto l’altro, una settantina di contatti mail.

Superato questo faticosissimo ostacolo ecco qua che si presenta la chicca del giorno:

Laureanda in scenze della formazione, media 29,7,  capelli zozzi, leggins psichedelici e generosi di condividere col popolo quello che li precedeva.
Un gran pezzo da 90, e non mi riferisco solo al suo ego.
E’ entrata con la stessa devozione con cui si entra al bar del paese.
(Gino passami na birra! Giuro, ho avuto paura che lo dicesse.)

Ha cominciato a sparare talmente tante stronzate che chi la fermava più.
Era così presa che fermarla avrebbe significato mancare un’occasione per dimostrare con quanta classe si può prendere per il culo e non farsene accorgere. Certo, in gran parte dipende da chi hai di fronte. Quelli con l’ego prorompente e dominante danno soddisfazioni disarmanti. La mia tutor ha compreso subito il valore dell’occasione presentatasi nel suo ufficio intorno alle 10.30 e, continuando al darle del “lei” quando al contrario c’ era stata una immediata autoconcessione dell’utilizzo del  del “tu”, ha sfoggiato le sue migliori qualità comunicative.

Per quanto mi riguarda  questa cosa è chiaramente assimilabile al progetto formativo del tirocinio. Apporta decisamente un valore aggiunto. Un prezioso insegnamento!
Un giorno, con un po’ di allenamento potrei inserirla tra le competenze sul profilo linkedin:
Strategist Manager in presa per il culo velata e impercettibile.

Questa è solo una delle soddisfazioni, piccole, della vita.
Assistere allo sgretolamento concreto di un 100 e lode non garante, al falso mito che i numeri fanno la persona.

Poi ci sono le soddisfazioni medie, che se vengono dopo quelle piccole, cazzo se sono medie, sono quasi borderline.
Offrire un’opportunità al colei che non aveva creduto in te grazie alla strada che da sola stai spianando, e risolvere un grosso problema al tuo capo grazie alle tue intuizioni, queste si che si possono chiamare soddisfazioni borderline.

Infine ci sono le soddisfazioni più grandi.
Beccare in flagrante qualcuno a fare quella stessa e identica cosa che ti ha proibito di fare, equivale ad assistere alla prova dell’esistenza del Karma.

Mi dicevano dai tempo al tempo che il tempo ti darà ragione!
Cazzo se è vero!
E’come stare nel limbo del gratta e vinci, nell’attimo preciso che si frappone tra il grattare e il vincere. Un luogo di umile speranza latente, silenziosa, quasi infida, che se vinci si trasforma nella ola più fragorosa della storia e tutti i presenti all’avvenimento diventantano i tuoi amici più cari.

Altro che sassolino dalla scarpa, qui si parla di soddisfazioni dal peso liberatorio molto più appagante di uno starnuto quando arriva dopo che ce l’hai avuto lì alla punta del naso per tutto il giorno.

Non ho giocato al gratta e vinci. Ma, almeno per oggi, ho vinto.

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